Vannacci per ora non fa il partito, ma sogna già da premier e critica Meloni sulla sicurezza

Doveva essere una grande festa di due giorni, in onore del generale Roberto Vannacci, ma in realtà il raduno dei vannacciani italiani si è ridotto a un comizio/intervista dell’eurodeputato leghista, con poco altro attorno. Vannacci ha ribadito che per ora non fonderà un suo partito, ma per il futuro ha lasciato aperta ogni possibilità. E molti dei suoi supporter -delusi dal governo Meloni – lo spingono a mollare la Lega e mettersi in proprio.

La montagna alla fine ha partorito un topolino. La festa di “Noi con Vannacci” a Viterbo era annunciata come un maxi evento di due giorni,  fatto di dibattiti, cibo, spettacoli. In realtà l’evento si è ridotto a poche ore di un giovedì pomeriggio, con il palco trasferito (causa maltempo) dal centro sportivo, dove era stato allestito inizialmente, a una più ridotta aula convegni di un hotel.

I circa 300 posti a sedere si sono riempiti solo per il gran finale della mini-kermesse, quando in sala è arrivato l’ospite più atteso (nonché l’unico), ovviamente il generale Roberto Vannacci. Per il resto, nelle ore precedenti al momento clou, si sono affacciati sul palco e in platea solo un piccolo numero di personaggi dei gruppi politici e culturali, che gravitano intorno all’europdeputato leghista. Dall’organizzatore dell’evento, l’ex senatore leghista Umberto Fusco, all’animatore dell’Associazione “Mondo al Contrario” Fabio Filomeni. E poi il già sindaco di Roma Gianni Alemanno con il suo Movimento Indipendenza, esponenti di formazioni di destra più o meno estrema, politici che in passato hanno militato proprio nella Lega o in Italexit.
Nella lunga attesa dello sbarco del generale da Bruxelles, ha catturare l’attenzione delle decine di giornalisti e telecamere presenti è stato il sindaco di Pennabilli Mauro Giannini. Già noto per le sue sparate sui social e nella trasmissione  radio “La Zanzara”, Giannini si è presentato con una collanina al collo con i simboli della X Mas e del Battaglione Mussolini. “Vannacci è un mio camerata, sono pronto a morire per lui e per i miei ideali, che sono Dio, Patria e Famiglia”, ha detto ai cronisti.

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“Non escludo di fondare un partito” A monopolizzare le discussioni sono state soprattutto le ipotesi sulla nascita di un partito di Vannacci. D’altra parte, molti dei presenti al raduno si sono detti delusi dal governo di Meloni e Salvini e hanno spronato il parlamentare europeo a mollare la Lega e creare una sua formazione, più spostata a destra rispetto a quelle dell’attuale maggioranza. Il generale dal palco ha glissato: “Non siamo qui per fondare un partito”.  Ma poi ai microfoni ha aggiunto che per il futuro: “Non escludo nessuna possibilità”. La stessa formula con cui – da smaliziato comunicatore – quando era ancora solo  un militare/scrittore ha per mesi alimentato la suspence circa il suo ingresso in politica. Sappiamo come è andata a finire. D’altra parte, la simbologia scelta per la manifestazione dice già molto. Nessuna bandiera della Lega, solo vessilli arancioni con la scritta “Noi con Vannacci”. Intanto dal palco – oltre al solito repertorio su diritti lgbt, migranti, tradizioni e accuse alla stampa  – l’eurodeputato della Lega ha attaccato frontalmente il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri (che lo aveva criticato). E ha detto che, se fosse presidente del Consiglio, la sua prima priorità sarebbe la sicurezza, perché in Italia: “Sono aumentati i furti e si deve aver paura ad uscire per strada”. A suo giudizio questo succede, aggiungiamo noi, nell’Italia governata da Meloni. Evidentemente per Vannacci e i suoi fan, Meloni non è riuscita a raddrizzare il Mondo al Contrario

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